ANCMA NEWS Magazine. Michela Zin, la motoviaggiatrice.
Abbiamo fatto due chiacchiere con una donna che ha scoperto la moto come arma per conquistare la libertà e la felicità. Un bell’esempio di come le due ruote muovono l’anima
“Mi chiamo Michela e da molti anni sono una biker. È un’impresa complicata descrivermi in poche parole. Guido una Harley rosso fuoco come la passione che mi contraddistingue e spesso paragono la mia vita ad un lungo viaggio. È per questo che la mia passione per l’avventura ha preso le ali con la mia moto.
Vivo a Bassano del Grappa e il rumore della mia Harley, che non è proprio silenziosissima, fa vibrare le silenziose stradine della mia storica, nobile e amata cittadina. Il viaggio all’inizio era una semplice passione ma con il passare dei chilometri è diventata una vera scelta di vita. Viaggiare, con il mio casco aperto, è per me cogliere i profumi della natura, scoprire senza filtri i colori dei paesaggi e dei territori attraversati e scoprire nuove usanze e stili di vita. È certamente un modo di scoprire privilegiato e spensierato ma dove spesso ci vuole anche coraggio.
Quel coraggio che mi rende capace di affrontare anche le nubi nere che improvvisamente stagliano l’orizzonte e anticipano l’imminente tempesta che sarò costretta ad affrontare a mani nude, da sola, su due ruote ma con la determinazione di raggiungere il mio obiettivo senza mai trascurare la sicurezza.
Determinazione che troppo spesso nel pensiero comune viene riservata agli uomini e che invece diventa “notizia” quando a rappresentarla è una donna con tutte le sue fragilità e caratteristiche.
Penso che le caratteristiche che mi contraddistinguono maggiormente siano l’entusiasmo e l’altruismo che, in questi anni, hanno fatto in modo di coinvolgere le persone che mi circondano, specialmente nei miei viaggi. Viaggi spesso impegnativi fatti in compagnia ma anche in solitaria, per non condizionare nessuno e per non essere condizionata, sempre organizzati e pianificati al meglio per ridurre i pericoli che soltanto le due ruote possono riservare.
Il viaggio in solitaria è, per me, un ritrovarsi, allontanandosi dagli altri, fare nuove conoscenze, capire altre culture e percorrere strade fino ad allora sconosciute ed infine rientrare a casa e riabbracciare con rinnovato amore le mie due figlie, ormai grandi e indipendenti, che sanno di avere una madre che ha sempre lottato per le piccole e grandi conquiste che la vita le ha riservato.
Ma nulla è arrivato dal cielo facilmente, anzi, me lo sono guadagnato con impegno e dedizione.
Così, oggi, mi piacerebbe dare un esempio con i miei racconti a tutte le donne che vogliono affermare la propria esistenza. Donne che, come me, si alzano ogni mattina per andare a lavorare, magari dieci ore al giorno, per poi rientrare e assolvere alle varie incombenze che comportano la gestione di una casa. Facendo la spesa, pagando le bollette e affrontando anche gli imprevisti che la vita riserva ad ognuna di noi ma dove si può riservare uno spazio tutto nostro in moto.”
Michela si è ricavata uno spazio importante per vivere appieno l’emozione di indossare la sua giacca di pelle e il casco. Quando scende in garage e accende il motore di quella Harley Davidson rossa fuoco, che, senza dire una parola, le comunica tutte le emozioni di cui ha bisogno.
Il piede sinistro sposta il cavalletto e le due parti scomposte improvvisamente diventano un corpo unico, fatto di metallo e benzina, ma soprattutto di corpo e anima.
Prima di partire ringrazia la vita per le bellissime sensazioni che solo il viaggio in moto le riesce a regalare e che lei altruisticamente ama condividere con tutte le altre donne.
Per scoprire Michela basta cercarla su www.motoviaggiatrice.it.
Mi permetto di dare un consiglio a tutte: cercatela, scopritela e fatelo con il cuore. Ne varrà certamente la pena.
Carlo Brusadin.