Cuore bianco del pianeta: la Marmolada

A quota 3000 metri si trova il Museo Marmolada Grande Guerra. É il più alto d’Europa, situato nel luogo in cui gli eserciti d’Austria-Ungheria e d’Italia si affrontarono tra il 1916 a il 1917.

Museo della Grande Guerra

Vi consiglio di non perdervi il tramonto lungo le strade dolomitiche per assistere alla magia della Enrosadire. Sapete cosa è?

Enrosadira quindi sta a identificare il fenomeno dell’arrossamento delle cime delle Dolomiti, che al tramonto passano dall’arancio al viola, per dare spazio pian piano al blu della notte. Le Dolomiti sono composte di rocce di carbonato di calcio e di magnesio. Per questo la Dolomia, colpita dai raggi del sole, all’alba o al crepuscolo, sviluppa tante sfumature intense.

Durante il giorno invece è di colore “algido”. Un colore così evanescente da attribuire alla Dolomiti il nome di Monti Pallidi.

La leggenda di Re Laurino e dell’Enrosadira

Come tutti i fenomeni naturali anche l’Enrosadira ha la sua leggenda, che parte da lontano e s’intreccia con le varie leggende delle Dolomiti.

Enrosadira ... puoi viverla con noi al Pineta durante l'alba di ogni mercoledì mattina d'estate

“Re Laurino, re dei nani, possedeva un giardino meraviglioso pieno di rose, chiamato “Rosengarten” o Catinaccio. Un giorno il re dell’Adige decise di trovare un marito alla bella principessa Similde, per cui invitò tutti i principi del regno ad un torneo, tranne Laurino.  Lui si presentò comunque, nascosto dalla cappa dell’invisibilità, decise di rapire la ragazza per averla tutta per sè. La portò nel suo roseto, ma gli altri cavalieri che li avevano inseguiti, lo accerchiarono. Laurino indossò la cintura che gli dava la forza di 12 uomini, combattè, ma nonostante l’invisibilità venne catturato dai soldati, che osservavano i suoi spostamenti seguendo il fruscio dei cespugli di rose. Allora Laurino, colto dal dolore per essere stato tradito proprio dal suo giardino, lanciò la maledizione: il magnifico roseto non sarebbe più stato visto da nessuno, né di giorno, né di notte. Ma nel pietrificare il giardino dimenticò l’alba e il tramonto. Così da allora le rose riappaiono colorando le montagne, al principio ed alla fine di ogni giorno.”